UNO SGUARDO ALLE ULTIME NOVITà DEL 2020

Ci siamo lasciati alle spalle un 2020, diciamocelo, poco fortunato, comunque prolifico, sotto il punto di vista di modelli ed aggiornamenti vari. Questa pandemia, però, sicuramente ci ha distratti un po’, facendo passare qualche novità intrigante, quasi inosservata. Solo pochi media, quasi tutti super specializzati, hanno dato spazio a “Tutto” e noi abbiamo voluto fare un salto indietro, di un paio di mesi ed andare a scovare qualche notizia, che ha avuto, effettivamente, poco rilievo ed ecco un breve riassunto.

Rubicon 392

Partiamo con l’ultimo aggiornamento da 470 Cv della mitica Wrangler, per il momento riservato solo al mercato USA, una new entry storica, visto che stiamo parlando di un “V8”, motorizzazione che mancava in gamma da ben 40 anni. Quest’auto, figlia prediletta della grande famiglia Jeep, è simbolo per eccellenza del “Fuoristrada vero”. Un mezzo estremamente personalizzabile, grazie ad una fornitissima banca accessori “Mopar”, una sorta di gioiello grezzo, da sagomare a piacere. Questa nuova versione, davvero difficile da eguagliare, è la “Rubicon 392” ed il suo asso nella manica è rappresentato da un enorme V8 da 6,4 litri, una bestiaccia che, oltre a 470 Cv, vanta una coppia da camion “Americano”, ben 637 Nm e chi fa fuoristrada vero, sa cosa vuol dire avere sotto al cofano una belva simile, in grado, comunque, di spingere l’auto, da 0 a 96 km/h (traduzione del calcolo in miglia), in 4,5 secondi. Si tratta di un’unità con: monoblocco in ghisa, testate in alluminio e due candele per cilindro, pistoni raffreddati ad olio e sistema in grado di disattivare la metà dei cilindri. Robustissimo il cambio, di stampo classico, ad 8 rapporti e convertitore di coppia. L’auto, ribadiamo, è un concentrato di tecnologia per il fuoristrada, che esce dalla casa con una dotazione più che seria: aspirazione “Hydro-Guide”, capace di smaltire fino a 56 litri di acqua al minuto e che consente il superamento di guadi fino ad 82,5 cm; barra stabilizzatrice anteriore scollegabile ed assali “Dana 44 heavy-duty”; bloccaggio elettronico di entrambe i differenziali; assetto rialzato di ulteriori 5 cm e tanto altro.

Dodge Challenger “50th Anniversary”

Restiamo in America, ma cambiamo genere, con una novità diretta a tutti gli appassionati di “Muscle car”, che sicuramente avranno seguito la saga di Hazzard. Esatto, parliamo di Dodge Challenger, l’anabolizzata targata Usa per eccellenza, che ha visto la luce nel 1970. Un’auto che, nonostante l’impostazione da coupé, è omologata per 5 persone, d’altronde parliamo una bella sventola che supera i 5 metri di lunghezza e che offre un bagagliaio da 458 litri. Veniamo al sodo, perché la 50th anniversary”, importata dal gruppo Cavauto, è approdata anche qui da noi, ad un prezzo molto accessibile, visto che si tratta di una “Super car”, circa 80.000 euro. Sotto al cofano, ovviamente, è alloggiato un grosso un V8 benzina da 6.4 litri, da 495 CV, abbinato a cambio automatico. I cerchi sono da 20″ ed il look è caratterizzato da splitter anteriore e spoiler posteriore, entrambi in nero. Questa versione (ne sono state tirate solo 70 unità), è una “Scat Pack”, ossia completa di tutti quegli accessori che accentuano la sportività, come la presa d’aria sul cofano. Il colore dedicato è un “Go Mango”.

Lamborghini STO

Torniamo nel vecchio continente e parliamo di Lamborghini, perché a Sant’Agata Bolognese, hanno pensato bene di metter a punto una versione più cattiva della Hurracan: la “STO”, acronimo di “Super Trofeo Omologata”. Il nome la dice lunga, perché questa versione, omologata per la strada, eredita molte caratteristiche della cugina pistaiola, la “Super Trofeo EVO”, sviluppata da Lamborghini Squadra Corse, per il trofeo monomarca ed anche qualche soluzione tecnica della “GT3 EVO”, che ha trionfato tre volte alla “24 Ore di Daytona” e due volte alla “12 Ore di Sebring”. La motorizzazione, ovviamente, resta affidata al mitico V10 aspirato, di casa, ma tirato fino a 640 Cv, con 565 Nm di coppia massima a 6.500 giri/minuto. Le prestazioni sono da brivido: 0-100 da 3 secondi netti, 0-200 da 9 secondi e 310 km/h di velo0cità massima. Eccezionali anche le performance in frenata, che arrestano l’auto: in 30 metri, a 100 km/h e 110 metri a 200 km/h. La manovrabilità e l’assetto, stando ai dati della casa, sono da vera auto da circuito. Ma vediamo cosa cambia sotto il vestito, oltre alla pompatina al motore: più del 75% dei pannelli sono in fibra di carbonio, il parabrezza è più leggero ed i cerchi sono in magnesio, per un calo ti peso di 43 kg; ricalibrato il sistema di ruote sterzanti posteriori ed il rapporto di sterzo; nuovo l’impianto frenante, Brembo “CCM-R”, che utilizza gli stessi materiali della F1, il che aumenta la resistenza alle sollecitazioni, del 60% e la potenza frenante del 25%; le sospensioni sono più rigide e la carreggiata è stata aumentata. Detto questo, passiamo all’abito, rivisto in chiave di efficientamento e CX, che migliora del 37% (migliora del 53% anche la deportanza, ossia la forza che schiaccia l’auto al suolo): il cofano integra un “Air scoop”, per massimizzare il raffreddamento del motore e nuovi condotti provvedono ai freni; sul posteriore, c’è un alettone regolabile. Oltre alla normale modalità di guida, diciamo, urbana, ce ne sono altre due: Trofeo, configurabile anche con l’ESP disinserito (ci vuole tanto manico e tanto cuore) e pioggia. I prezzi, tasse escluse, partono da 249.412 euro.

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Jaguar XF

Restiamo in Europa, per la precisione in Inghilterra, dove la Jaguar ha rimesso le mani sulla sua elegantissima XF. A livello estetico troviamo: un nuovo paraurti anteriore, con vistose prese d’aria, una griglia frontale maggiorata e nuovi fari, molto sottili, totalmente LED, disponibili anche con tecnologia Pixel (diventano intelligenti e chiudono parte del fascio in automatico). Le innovazioni più importanti stanno sotto al cofano, a cominciare con un Diesel MHEV (Mild Hybrid Electric Vehicle), un 2.0 litri da 204 Cv, con 430 Nm di coppia massima, ottimizzato con un dispositivo BiSG (Belt Integrated Starter Generator). Il sistema, sostanzialmente un motore elettrico situato nel vano anteriore, funziona recuperando l’energia solitamente dispersa in rallentamento e frenata, che viene accumulata in una batteria agli ioni di Litio da 48V e poi utilizzata per dare un’aiutino al termico, in modo da limitare consumi, emissioni ed incrementare le prestazioni. L’accelerazione 0-100 di questa bestiola, infatti, calcolata sul modello a trazione posteriore (c’è anche l’integrale), è di 7,6 secondi sullo 0-100, per consumi che superano i 20 km/litro. Sempre 2.0 litri il benzina, declinato in due livelli di potenza, da 250 e 300 Cv. La nuova XF è disponibile solo con cambio automatico Jaguar ad 8 velocità e tutti i modelli possono optare per la trazione integrale, che è di serie sul 300 Cv. I nuovi sistemi “EVA 2.0”, fanno di questa berlina, una delle più connesse del mercato ed in grado di autoaggiornarsi.

Toyota Mirai

Concludiamo con un’informazione, all’insegna dell’ecologia. L’idrogeno rappresenta, senza ombra di dubbio, una delle soluzioni più valide, per il futuro della mobilità, in quanto consente di convertire i picchi di produzione elettrica e tutto quanto deriva da fonti rinnovabili, in energia allo stato “Liquido o gassoso”. L’idrogeno può essere utilizzato per alimentare un normale motore termico, ma è più conveniente sfruttarlo per dare elettroni ad un elettrico: si mette idrogeno nel serbatoio, che viene, diciamo, filtrato ed alimenta l’elettrico, con produzione, allo scarico, di solo vapore acqueo. Questo è il caso della Toyota Mirai, una delle poche auto ad utilizzare questa tecnologia, non una semplice show car, ma un mezzo funzionante e commercializzato in diversi paesi. Oggi arriva la seconda generazione, nata su una nuova piattaforma, che ha consentito l’adozione di un terzo serbatoio, che porta l’autonomia a 650 km. La motorizzazione resta affidata ad un’unità sincrona a magneti permanenti, capace di 182 Cv, con 300 Nm di coppia massima, abbinata ad uno schema telaistico a trazione posteriore, con 4 ruote indipendenti (Multilink avanti e dietro) ed un bilanciamento pesi ottimale (50/50). Il sistema FCEV (le celle combustibile che raffinano l’idrogeno) è stato totalmente rivisto ed aggiornato e la pila di celle è stata posizionata sotto l’abitacolo, anteriormente, con conseguente miglioramento dello spazio interno, soprattutto per i passeggeri posteriori. Cambiano anche le dimensioni: la lunghezza arriva a 4.975 mm, le carreggiate crescono di 75 mm e l’altezza si riduce di 65 mm. Grazie anche alle ruote da 19 e 20 pollici, il look dell’auto risulta davvero sportivo e muscoloso. I tre serbatoi sono posizionati sotto il pianale e sono configurati a forma di “T”: il più lungo è messo in posizione longitudinale centrale ed i due più piccoli lateralmente, in totale la capacità è di 5,6 kg di idrogeno. Il peso delle celle e la loro dimensione, sono stati ridotti ed una nuova batteria agli ioni di Litio ad alta tensione ha sostituito la precedente unità al nichel. L’auto è anche dotata di un “Filtro catalizzatore”, che mentre cammina pulisce l’aria, catturando particelle di: biossido di zolfo, ossidi di azoto e particolato PM 2,5. Con questo nuovo modello, la Toyota prevede d’incrementare le vendite di ben 10 volte.

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